Cara amica e caro amico,
la legge elettorale “rosatellum” con la quale dovremo andare
al voto il prossimo 4 di Marzo, così come era stato per il porcellum nel 2006,
nel 2008 e nel 2013 ed anche per l’italicum, legge dichiarata inapplicabile,
non ci consente di scegliere nemmeno il candidato tra quelli imposti dai
partiti nelle diverse liste.
A fronte di tale violenza ed arroganza dei partiti che ci
impediscono di esprimere anche minimamente la nostra scelta, agli elettori che
vogliono manifestare il loro dissenso per questo sistema di voto restano solo
tre possibili scelte:
- l’elettrice o elettore si reca al seggio e lascia la scheda bianca
- l’elettrice o elettore annulla la scheda dando sfogo al suo disgusto con segni o turpiloqui scritti
- l’elettrice o l’elettore non intende esercitare il suo diritto di voto come in costituzione, non recandosi al seggio
Tutti e tre queste scelte, a ben considerare, non modificano
sotto alcun aspetto il risultato del voto. Tutti i partiti, nessuno escluso,
sono consapevoli che le tre opzioni non intaccano i loro progetti di occupare
scranni nei due rami del parlamento per utilizzare il potere per i loro affari
personali e di gruppo.
Anzi non è infondato il dubbio che i partiti deliberatamente
tentino di allontanare l’elettore dal votare, contando solo sugli elettori
cosiddetti “fedeli”.
Vi racconto cosa mi è capitato in questo ultimo periodo a
proposito di ricerca di consenso: più amici, presenti sia come capilista nel
plurinominale che candidati nei collegi uninominali di camera e senato, sono
venuti a trovarmi in tempi diversi, proponendosi in modo diretto quali
destinatari del mio voto, evitando molto attentamente, per pudore, di
raccontarmi tutte le cosiddette “balle” dei programmi loro e dei partiti che
rappresentano.
A ciascuno degli amici, ai quali non nego l’augurio di
diventare onorevoli, ho spiegato che mi difenderò dall’arroganza dei partiti e
quindi anche dalla loro, poiché ne accettano il progetto, affidando il voto al
caso. Si badi bene che il termine “caso” vale per me, perché per me il
risultato sarà indifferente, mentre
invece termine sarò per il partito ed il suo candidato fortuna o sfortuna.
Per tutta risposta gli amici mi hanno chiesto in che modo mi
sarei affidato al caso. Per esemplificare ho disegnato un fac-simile di scheda che
riportava i nomi degli amici candidati ed i simboli dei partiti ad essi
collegati. Erano sei. A turno ho mostrato a ciascuno di loro la scheda ed ho
eliminato due partiti e relativi candidati dicendo: “questi partiti non li
voterò mai nemmeno sotto minaccia fisica”. A quel punto ho tirato fuori una
moneta e per ciascuno dei rimanenti quattro l’ho lanciata: testa significava
salvezza mentre croce significava eliminazione. Ho proseguito a lanciare finché
non ne è rimasto uno solo, a quel punto destinatario del mio voto. Alcuni amici
sono stati premiati, altri sono stati esclusi.
Questa dimostrazione mi ha consentito di fargli capire con
esattezza tutto ciò che farò al momento del voto: prenderò una copia della
lista ufficiale ed una moneta, escluderò a priori quei partiti che non voterei
in nessun caso e per i rimanenti lancerò la moneta fino a ridurre la scelta ad
uno solo, a cui andrà il mio voto.
A questa mia dichiarazione alcuni amici candidati sono
inorriditi, manifestando il loro disorientamento, altri, più perspicaci, hanno
capito perfettamente il messaggio e con intelligenza mi hanno ringraziato per
il caffè, nella speranza che la dea bendata li favorisca.
Il sistema della moneta non è unico, esso può essere
sostituito con tanti altri modi che possono liberare la fantasia personale, ad
esempio estrarre dal cappello un foglietto che riporti il nome del partito,
chiedere ad un passante di indicare un numero che precedentemente si è abbinato
ad una lista, usare dei dadi ricordandosi di assegnare i numeri alle liste
partendo dal 2, estraendo una carta da un mazzo facendone corrispondere il
valore ai numeri assegnati. L’unico limite al metodo è dato dalla fantasia
dell’elettore, purché sia sempre il caso in ultima istanza a determinare la
scelta.
Cari amici elettrici ed elettori per quanto possa sembrare
bizzarro questo modo di esprimere il voto, ti dico che molti studiosi ne hanno
fatto oggetto di scienza matematica e statistica e potrebbe assumere risvolti
impensabili sul cambiamento in positivo dell’intero sistema dei partiti e sul
funzionamento dell’intero sistema legislativo.
Ti esorto pertanto ad approfondire l’argomento ritenendo che
troverai ulteriori ragioni, anche di ordine etico, morale, psicologico e sociale
che vanno oltre quelle che io succintamente ho esposto e che potrebbero indurti
ad adottare il mio criterio affacciandoti al seggio.
Le premesse al mio ragionamento prendono l’avvio dal libro ”Democrazia
a Sorte ovvero la sorte della democrazia” edito da Malcor D’, che riporta gli
studi di Maurizio Caserta, professore ordinario di Economia Politica, Cesare
Garofalo, docente a contratto di Sociologia Generale, Alessandro Pluchino, fisico
teorico, Andrea Rapisarda, professore associato di fisica teorica e Salvatore Spagano,
assegnista di ricerca in Economia Politica, tutti docenti presso l’università
di Catania.
Attendo tue considerazioni in merito che potrai esprimere
tranquillamente nei commenti sia della pagina facebook che del blog a me
intestato che troverai all’indirizzo: http://malavasiprospero.blogspot.it/